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tws2Torino – Ai recenti World Masters Games di Torino 2013 hanno partecipato al duathlon e allo sprint due triathleti molto noti al circuito del Triathlon: Agostino Ramella classe 1941 e sua moglie Gabriella Bois classe 1943. La loro longevità sportiva nella triplice disciplina è stata fonte di attenzione dei giornali e il Corriere della Sera ha scritto di loro e di cui riportiamo l’articolo. Il solo cognome – dice Claudio Ramella Bagneri – è sinonimo di un marchio di qualità e garanzia. Agostino, mi riferisce quando si presenta al ritiro dei pacchi gara, dice:” Io sono Ramella quello meno bravo!” battute a parte – conclude Ramella – sono un esempio sano per invecchiare bene e anche di vita coniugale.

Riportiamo in sintesi quanto scoperto navigando su Internet in merito al rapporto tra lo sport e la longevità. Fare sport allunga le aspettative di vita. E’ questa la conclusione di uno studio condotto da un team di ricercatori di Boston che ha analizzato lo stile di vita di oltre 650mila individui, seguiti per circa 10 anni. La chiave per capire questo meccanismo risiede nel movimento: praticare un’attività sportiva o anche fare una semplice camminata per tot minuti a settimana, sembra che contribuisca a rendere le persone più longeve di qualche anno rispetto a coloro che non seguono questa sana abitudine, specialmente dopo i 40 anni.

  • 450 minuti di camminata veloce fanno guadagnare 4,5 anni
  • 150 minuti di camminata veloce a settimana equivalgono a 3,4 anni in più
  • 75 minuti di camminata veloce a settimana, invece, allunga la vita di ulteriori 1,8 anni e ridurrebbe del 19 per cento il rischio di mortalità rispetto a chi non fa sport
  • Riducendo i minuti di moto, si riducono anche gli anni che si possono guadagnare.

Il nuoto allunga la vita più di altre attività sportive questo è quanto afferma un altro uno studio statunitense (2009), infatti, chi pratica il nuoto ha un tasso di mortalità inferiore del 50 per cento rispetto a chi conduce vita sedentaria o pratica sport come il jogging o la corsa. I risultati sono stati ricavati dall’Aerobics Centre Longitudinal Study (Università del South Carolina), un ampio studio statunitense che ha analizzato la relazione tra attività fisica e salute su un campione di 40.000 uomini di età compresa tra i 20 e i 90 anni, per un arco di tempo di 32 anni.

Il vero motivo della differenza di mortalità, sarebbe da ricondurre al più alto tasso di fitness respiratorio che possiedono coloro che praticano nuoto. Si tratta di un’abilità funzionale respiratoria che già in passato aveva dimostrato di giocare un ruolo cruciale nell’insorgenza di malattie gravi.

agosinoCorriere 3162