brgTorino – Pubblichiamo la terza e ultima parte del Campionato Europeo su distanza lunga disputato da Sandro Borgio. Le precedenti puntate sono state pubblicate il 17 e 20 settembre.

Domenica, l’atteso giorno della gara è arrivato, a che ora è stata la partenza e quanti erano i partecipanti?

Partenza ore 07.00 Pro, donne e forti. Alle 07.10 noialtri. Half Challenge alle 08.00 Batterie multiple per me è meglio. Mass start come nell’ IM è spettacolare, ma 2000 persone fino alla prima boa come a Klagenfurt e Zurigo te le raccomando. Nei Challenge vai dalle 300 alle 600 persone. Perfetto direi.

Tu a che ora sei arrivato?

Arrivo in zona cambio ore 06.15 dopo essermi alzato alle 05.30. Come sempre non riesco né a dormire né a fare colazione quindi il mio Iron è già iniziato da un po’. I parcheggi sono tanti, ampi e ben organizzati vicino alla zona cambio. Poca coda. Parcheggio ed inizia la transumanza di gente nel buio verso la zona cambio.

Come hai organizzato la tua zona cambio, quali integratori hai preso e che abbigliamento?

Sistemo ruote e parti di ricambio (dopo Roth e tutti i problemi che ho avuto, non voglio sorprese), cibi (barrette, maltodestrine e panini – prosciutto e formaggio – su 6 ore devo mangiare ed aver piacere nel farlo) abbigliamento. La giornata sembra fresca, quindi metterò il giubbino smanicato e non solo il body. Trovo Danilo che dà la sensazione di aver dormito lì. Anzi, credo che con la testa fosse lì già da almeno 10 giorni. Anche lui è carico, ma un po’ più timoroso. Però ce la farà , la voglia che trasmette è tanta più della paura. Andiamo verso la partenza come un branco di foche che si avviano verso l’acqua mentre inizia ad albeggiare ed i versi sono più o meno gli stessi.

La tua ora della partenza è giunta, racconta!

Parte la prima batteria. Io sto ancora lasciando al deposito il pacco verde dei vestiti dopogara. Entriamo in acqua che si vede già decentemente e non sembra neanche troppo fredda, ma non sai se è vero o sei tu che non senti niente. Un applauso di incoraggiamento tra noi tutti, ultimo scambio di “in bocca al lupo” con Danilo e suona la tromba. Si parte! Credo che anche dopo mille volte questo momento sarà sempre uno spettacolo, perché anche se non c’è più il brivido del non sapere cosa ti capiterà durante la giornata, c’è comunque la consapevolezza che stai facendo una gran cosa. Testa sotto e solo melma per 35 mins. Si esce, tuffo goffo per rientrare ed altri 35 minuti di acqua torbida. Qualche golata di acqua mossa da chi ti nuota intorno, e via. Si esce. Corsetta fino alla zona cambio, prendi la borsa, entri nella tenda, levi la muta che non ne vuole sapere, prendi la roba da bici (casco e scarpe sono già là), cacci tutta la roba da nuoto nella sacca e vai alla bici. Ok. Da ora per almeno 10h e 30 solo gente che ti supererà. Fa un po’ male pensarci, ma è inutile nasconderselo. Andiamo.

Il nuoto è tolto e ora è la frazione più lunga cosa racconti dei tuoi 180 km in bici?

I primi chilometri ti abitui alla bici, vai tranquillo, poi arrivano i primi del 70.3 con le lenticolari e sembra che arrivino le moto dei giudici di gara, dal gran rumore che fanno. Primo giro ok, solo un po’ da disonesto mi sono accodato per circa un k ad un gruppo di 70.3 di una ventina di persone (Altro che “no draft”!) dicendomi “e che, sono più fesso?”, ma poi, non è per quello che sono lì. Chi voglio imbrogliare? Lo so che non è giusto, quindi mi stacco. Giro di boa 90k. Nuovamente la salitina. Sembrava meno dura la prima volta. Solo più i long distance, (quindi molta meno gente intorno). Ristori sempre riforniti ed efficienti, mangio bevo e me la godo. Però inizia ad aumentare parecchio il vento contro. Non sono allenato, non esco mai col vento, e quindi tribolo come un cane. Mentre vado “tira –e – molla” con un tedesco enorme che sul piano mi stacca e sul falsopiano in salita riprendo, mi si affianca un giudice (lo stesso del deposito borse-quello del body) e tempo zero mi cartellina per scia senza sentir ragioni. Aveva ragione perché ero a meno di 4 bici dall’altro, ma il regolamento dice anche che va punita l’intenzione, e quella proprio non c’era. Comunque, tant’è. La mia prima ammonizione in una gara! Ora occhio a non perdere di vista il penalty box, sennò sei squalificato. Dov’erano? E chi li ha seguiti nel briefing? Tanto io la scia non la faccio … eccolo, è dopo il secondo ristoro. 5 mins fermo. Quando riparti sei riposato ma le gambe non girano. Ci vanno 10k per convincerle. Raggiungo il Crucco della penalità e lo odio. Anche se non c’entra niente. Ultimi k interminabili ma niente fatica, per ora. Bene. Zona cambio. Entri e lasci la bici al volontario. Ah, già. Me l’ero dimenticato. Corri a prendere la sacca blu. Leva la roba della bici e metti quella per la corsa. Cambia le calze. La vaselina è stata al sole ed è liquida. I volontari sono meno presenti che nelle altre gare. Ma non mi servono, per fortuna. Lascia la sacca e parti.

Ora è il momento della maratona e le tue gambe?

“Ehi, le gambe girano!” mi grido addosso “Corricchia, prova, bene! Andiamo. Piano. Poi si vedrà” Primo giro ok, bevo e cammino un po’ ai ristori. Secondo giro. A metà del ristoro mi danno perfino un po’ di birra. Guardo l’ora e faccio due calcoli: almeno 5mins sotto il mio personal best di Barcellona e sto da Dio. Acceleriamo per mettere fieno in cascina? Dai. Al 18k cola il naso, guardo, sangue. E che ci fa? Allora cammino fino al ristoro, mi bagno la fronte, mi gira un po’ la testa. Mi fermo un po’ (penso un minuto, ma mi è sembrato 2 giorni). Riparto camminando. Mal di stomaco e giramenti di testa. Porca miseria, stavolta mi sa che devo ritirarmi! No, tranquillo niente panico, cammina e poi si vede. 1k, 2, 5, la testa non gira più ma il tempo record è andato. Vabbè, finiamo e basta. Mi raggiunge Danilo che corre come una gazzella e vederlo tranquillo e sicuro mi fa un piacere che quasi mi commuovo. Che bello! 10k fine terzo giro ne mancano solo 10. Ma va meglio. Al ristoro mi danno un po’ di cocacola, un m&m’s e finalmente vomito e mi libero. Dopo altri 3k ripasso vicino allo stadio dell’arrivo e sento Fabrizio intervistato in francese che trasuda gioia al microfono. Sorrido e riprendo a corricchiare. Sto meglio ed arrivo correndo dignitosamente, poco prima del 41 incrocio Fabrizio che stà andando in hotel e mi incita. Ho mancato di poco l’ultimo obiettivo che mi ero posto, quello di non arrivare con la luce dei riflettori. Ma pazienza. Dai, bello comunque. Medaglia finisher e via verso il ristoro.

E gli altri Zambon e Forzan?

Al ristoro trovo Danilo che scarica la fatica e la tensione accumulata in questi mesi di allenamenti, ed ha una luce negli occhi che anche se spegni le luci lì dentro ci vedresti lo stesso, tanto è luminoso e raggiante. Mangiamo qual cosina (quiches e crepes), beviamo un paio di “birrozze” o qualcuna in più e poi usciamo dove ci aspettano le rispettive famiglie. Ritiriamo le bici e le sacche alla zona cambio (servizio di qualità scarsa, in piedi e appoggiati al “griglione” del recinto), se sei cotto muori. E via verso l’hotel, doccia di felicità e di stanchezza e si dorme. E si ripensa a quello che è successo. Probabilmente, il bagnarmi sul lato sud del fiume perché faceva caldo senza vento protetto dagli alberi mentre correvo, mi ha fatto prendere una mezza congestione tornando giù dall’altro lato del fiume col vento freddo contro sul body bagnato sulla pancia. Vabbè, ho fatto tempi peggiori. Tra un mese a Barcellona, allenando un po’ la velocità nel mentre, e mangiando un po’ meglio, in modo da pesare un po’ meno, sarò al massimo. Ora dormiamo. Finisher #9. Mica male.

E il giorno dopo?

Il lunedì mattina ci troviamo alle premiazioni come consuetudine con medaglia e maglietta finisher, per fare le foto e godersi la situazione. Fabrizio è dovuto andare via prima, quindi non l’abbiamo nemmeno incrociato. Peccato, ma lui in fin dei conti l’ha vissuta più da atleta cercando il tempo fin dall’inizio, quindi le cose di contorno non credo avessero un grosso valore. Con Danilo facciamo foto sul traguardo e vicino al podio e poi andiamo al palazzetto delle premiazioni. Entriamo con la famiglia pagando il biglietto extra e ci attende una paella di pollo che, pur buonissima, mangio un po’ svogliatamente. La cerimonia è un po’ sottotono rispetto agli altri IM, senza musica, con poca partecipazione del pubblico distratto ancorché abbastanza numeroso. Usciamo prima della fine. È arrivata l’ora dei saluti, e si riparte verso casa. Stanchi ma felici e ci lasciamo dicendo: ”A quando è il prossimo?”

Bene Sandro, il tuo racconto è stato lungo quanto un Ironman e ti ringraziamo delle utili informazioni. Anche noi ti salutiamo, dicendo: “ Al tuo prossimo racconto Ironman!” Ciao.

Grazie della ospitalità e ciao a tutti!

Comments

  1. Bravo Sandro! Non mi stanco mai di farvi i complimenti a tutti, specie se durante la gara ti devi pure fermare per lo stomaco…per poi ripartire: questa cosa é davvero “iron”. Alla prossima nuotata/cena tutti insieme!

  2. accipicchia sei un bravissimo narratore e “fai venire voglia” mi piacerebbe provare ma non ne ho il coraggio e il tempo passa
    bisognerebbe combinare ….e ….farmi prendere inmezzo…. complimenti a Te

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